A seguito del nostro ultimo comunicato (qui) abbiamo trovato un forte sostegno da parte di molte persone e realtà che hanno risposto al nostro appello partecipando all'assemblea di settembre, in cui la violenza e la misoginia, già ben note, sono uscite all'ennesima potenza come potete ascoltare ai seguenti link ( parte 1 e parte 2 ).
Dopo quell'assemblea, nonostante qualche tentativo da parte di una piccola parte dex partecipanti dell'assemblea Cavallerizza di riflettere sulle dinamiche violente e autoritarie da noi portate alla luce, l'indifferenza e la negazione collettiva ha permesso ulteriori atteggiamenti aggressivi e di caccia alla streghe nei nostri confronti, portandoci quindi alla decisione definitiva di abbandonare Cavallerizza.
Qualcosa di infame è accaduto e non ci bastano i tentativi di ripulirsi l'immagine, come già recentemente espresso nel comunicato di non una di meno (qui ). Non ci riconosciamo nemmeno in accordi politici istituzionali votati alla svendita totale del posto, come raccontato nel comunicato della Clap, Camera del lavoro di Torino Lavoratrici e Lavoratori autonome/i e precari/e ( qui il comunicato ).
NESSUNA MEDIAZIONE CON CHI AGISCE VIOLENZA E LORO CONNIVENTI: l'avevamo preannunciato e siamo state di parola.
La nostra storia è solo l'ultima di tante in troppi altri spazi, ma a differenza di altre volte, abbiamo gridato a gran voce (e continueremo a farlo) FUORI LA VIOLENZA DAGLI SPAZI, DAI COLLETTIVI e DALLE ASSEMBLEE.
Dopo mesi di resistenza, formalizziamo ufficialmente l'uscita del Progetto Athena da Cavallerizza (in realtà già avvenuta da un paio di mesi). Ci auguriamo solo che la nostra storia serva per iniziare una seria riflessione sulla violenza, in particolare di genere, partendo da ciascuna soggettività e dagli spazi che si vivono/attraversano.
Si parte da sé e poi si continua a livello collettivo nel tentativo di rendere gli spazi sociali sempre più consapevoli e sicuri.
Non vogliamo più vedere persone che hanno subito una violenza accusate di averla provocata, di essersela cercata, di averla inventata per chissà quale assurda strumentalizzazione, non vogliamo più sentire chi minimizza gli agiti violenti perché commessi da amicx, o qualcunx di vicino, o da qualche compagnx di lotta, non vogliamo più vedere difendere a spada tratta chi agisce violenza, isolando, infamando e portando all'allontanamento di chi le violenze le ha subite.
Questo rende solo conniventi.
Alcune di noi continueranno a portare avanti il progetto altrove, ma comunque tutte resteremo sempre attente alle dinamiche di potere e violente che vengono agite all'interno degli spazi antagonisti e ci auguriamo che sempre più soggettività e spazi inizino a fare altrettanto.
Gruppo "Progetto Athena"
athenaprogetto@gmail.com